Ritiro di Faustinum a San Romano – testimonianza
Non avevo partecipato a nessun altro ritiro prima, non ero riuscita ad andare al convegno a S. Giovanni Rotondo l’anno scorso e non sarei riuscita ad andare al convegno a Torino nemmeno quest’anno, ma quando è stato proposto il ritiro di Quaresima sapevo nel mio intimo che dovevo assolutamente andarci. Si sono presentate subito varie difficoltà che sembravano apparire l’una dopo l’altra per dissuadermi, ma io continuavo a sentirmi chiamata ad andare, questa volta non potevo mancare. Due settimane prima della partenza prevista, mia figlia più piccola si è ammalata di polmonite, sembrava la parola definitiva che avrebbe cancellato la possibilità di partecipare al ritiro, ogni giorno lottavo per la guarigione di Elisa confidando nel Signore. Sapevo che, se era la Sua volontà che io partissi, così sarebbe stato. Alla fine, due giorni prima della partenza, mia figlia stava molto meglio, la mia famiglia mi ha incoraggiata, potevo partire ed ho fatto il biglietto del treno con una grande aspettativa nel cuore. Avevo necessità di fare chiarezza dentro me e che il Signore mi liberasse di quei pesi che mi tenevano ancorata alla terra…avevo un grande desiderio di “volare” nel cielo dell’amore di Dio ed ero certa che questo sarebbe avvenuto se fossi riuscita a partecipare al ritiro.
Durante il viaggio ero felice e mi sentivo sicura, convinta di quello che stavo facendo. Ero da sola, stavo andando verso una zona rossa a rischio alluvione, in Toscana, una terra che mi ricordava eventi molto dolorosi per me. Avrei vissuto e condiviso tre giorni con persone che non conoscevo tranne Suor Vincenta, ma ero tranquilla e serena, come una bambina che fa una passeggiata guidata per mano dal papà . Arrivata a Livorno il cielo è diventato scuro ed ha iniziato a piovere forte, a Pisa pioveva ancora. Ho preso il treno per S. Romano guardando la pioggia cadere giù. Dal treno vedevo l’Arno ingrossato, i campi allagati. Infine, sono arrivata. Pioveva a dirotto. Camillo e Tony del Faustinum di Torino mi aspettavano già in macchina di fronte alla stazione. Non li conoscevo ancora di persona, ma è stato come se fossimo amici da sempre, fratelli uniti dall’amore per lo stesso Padre. Così è stato anche con tutti gli altri fratelli e sorelle che hanno condiviso con me questa esperienza straordinaria.
Nel momento in cui sono entrata nella foresteria del convento dei frati Francescani del Santuario della Madonna della Divina Grazia di S. Romano, è come se fossi entrata in uno spazio di grazia fuori dal tempo e dal mondo. Nessuna paura o preoccupazione per la pioggia che continuava a cadere, ero semplicemente felice. Ero lì dove dovevo stare, qualsiasi cosa fosse accaduta.
All’inizio del ritiro ci siamo presentati, ciascuno ha detto cosa si aspettava dal ritiro e da lì è iniziato il mio percorso di guarigione e liberazione del cuore. Sono seguiti momenti intensi di preghiera e di grazia, la via crucis e poi la preghiera personale davanti alla statua della Madonna, in ogni momento il Signore ha parlato al mio cuore, mi ha fatto capire che nella sofferenza, nelle difficoltĂ e nelle umiliazioni ingiustamente ricevute e vissute con fiducia in Dio posso essere piĂą vicina a GesĂą fin da ora e piĂą lo sarò quando rinascerò al cielo e questo ha portato pace dentro il mio cuore ed ha lenito i ricordi dolorosi e le sofferenze che portavo dentro. Durante la via crucis meditando sulla passione e morte di GesĂą, il pensiero che GesĂą fosse morto per me è entrato come un fulmine nella mia mente, mi ha fatto percepire con tutta me stessa quanto valgo per Lui e quanto vale Lui per me… e se Lui vale per me, come posso non fare quello che mi dice? Come posso non fidarmi di Lui?
La mattina del 15 si è illuminata di un pallido sole, erano previste bombe d’acqua ed invece mi sono svegliata con il suono leggero dei cinguettii di uccellini. Dalla finestra vedevo le galline che tranquille raspavano a tratti la terra e le case intorno quiete e silenziose, sembrava che tutto riposasse così come io sentivo il mio cuore riposare completamente nelle braccia di Dio. Gli ho chiesto una parola che mi facesse da guida per il mio cammino. Ho aperto la Bibbia ed ho letto un brano dai Maccabei che ricordava la battaglia di Emmaus: “egli è buono ed eterno è il suo amore”, subito ho sentito nel mio intimo che quello sarebbe stato un giorno di grande liberazione.
Padre Francesco durante la catechesi ci ha dato le istruzioni per usare “la mappa del tesoro” nel cammino verso il cuore, dove avviene l’incontro con il Signore. Durante gli esercizi spirituali, nel silenzio della mia camera, ho seguito le istruzioni con la trepidazione di chi sa che sta percorrendo la via giusta per ottenere quanto desiderato da tanto tempo… meditando il salmo 122, ho iniziato a scendere passo passo nel mio cuore sempre piĂą in profonditĂ ed a vedere sotto una luce nuova tutta la mia storia, è come se si fossero collegati tutti i puntini fino a rendere visibile il disegno complessivo… ho recuperato l’unitĂ , se fino ad un momento prima mi ero sempre sentita come divisa in due tra quello che è stato e quello che avrei voluto che accadesse, in quel momento ho trovato la mia identitĂ di figlia amata, non perchĂ© ne ho qualche merito, ma solo perchĂ© Lui è mio Padre…Ho ricordato le parole “tu sei mio figlio, oggi io ti ho generato”. è scesa una grande pace in me, così grande da sentirla traboccare fuori, fino a coprire le mie figlie, mio marito, tutti i miei cari, i miei amici, tutti coloro che mi hanno fatto soffrire, tutte le persone che il Signore mi mette accanto. Una certezza è affiorata alla mia mente: se mantengo la relazione intima con Dio, ci sarĂ pace nel mio cuore ogni momento e qualsiasi cosa accada. Dipingere sarĂ la mia preghiera e questo guarirĂ le ferite del mio cuore.
Nel pomeriggio le parole di Suor Vincenta sono state una conferma…la sofferenza è un mistero, ma ha il potere di trasformarci e così è stato per me, il male ricevuto mi ha permesso di incontrare il Signore per davvero, di uscire dalla superficialità e di stringere una relazione autentica, di vedere i miei errori e di cambiare percorso, di perdonare e di chiedere perdono, di accettare anche ciò che non avrei voluto, perché adesso mi fido di Lui e credo nella Sua bontà .
Il Signore ha risposto alla mia richiesta parlandomi attraverso Padre Francesco e Suor Vincenta, ma non si è accontentato di farmi da maestro ed la mattina seguente ha voluto abbracciarmi nelle braccia accoglienti di una sorella, Marta, che ha raccolto le mie lacrime quando meno avrei pensato che potesse accadere… mentre mi stavo truccando in bagno prima di scendere per la colazione. Ho iniziato senza sapere nemmeno come e perché a raccontarle il mio dolore più profondo, di cui non volevo parlare, nel luogo e nel momento meno adatto secondo le idee umane, ma non così secondo i piani di Dio.
La domenica il cielo era azzurro e la pioggia sembrava un ricordo lontano.
Grazie Papà , per il dono della vita, della famiglia, del Faustinum, delle sorelle e dei fratelli che mi hai messo accanto perché, dopo avermi fatto vedere la strada, hai fatto emergere il mio dolore affinché Tu potessi curarlo, mi hai liberata dai giudizi e dai condizionamenti, hai detto al mio cuore: “sono il tuo Papà , tu sei mia figlia amata, esprimi quello che provi con l’arte come una testimonianza del mio amore”. Adesso ho il cuore pieno di gioia e di pace, non mi aspetto niente dal mondo o da me stessa, cammino stringendo la mano di Dio come una bambina quella del suo papà , mi fido di Lui e questo mi basta. Adesso posso volare!
Laura